Cos’è la chirurgia plastica post-bariatrica?
La chirurgia ricostruttiva post-bariatrica è una branca ultra-specialistica della chirurgia plastica che si prefigge di conseguire, tramite interventi di rimodellamento corporeo, la correzione dei gravi esiti del dimagramento, ottenuto spesso grazie ad interventi chirurgici (gastrectomie, resezioni intestinali, bendaggi gastrici, ecc).
Quali sono gli interventi più comunemente eseguiti in chirurgia plastica post-bariatrica?
Il rimodellamento corporeo può coinvolgere qualunque distretto anatomico, poiché tutte le regioni del corpo possono risultare gravemente danneggiate dalla condizione di pregressa obesità e successivo importante dimagramento. Gli interventi più comunemente richiesti sono: addominoplastica, lifting dell’interno cosce, lifting delle braccia, mastopessi, mastopessi con protesi, torsoplasica, fiancoplastica, gluteoplastica, correzione di ginecomastia o pseudo-ginecomastia, lifting del volto, lifting cervicale e molti altri ancora.
Chi può essere sottoposto agli interventi di chirurgia plastica post-bariatrica?
Tutti i pazienti, in buono stato di salute, che hanno subito un importante dimagramento, grazie ad un intervento chirurgico o mediante una dieta ipocalorica. E’ necessario rispettare dei criteri d’inclusione internazionali, per ridurre il rischio delle complicazioni connesse con questi interventi. Solo per citare alcuni di questi criteri: la stabilità del peso conseguito, un indice di massa corporea (BMI) inferiore a 30, l’assenza di importanti malattie, ecc. Questi ed altri criteri vengono attentamente valutati dal chirurgo plastico durante la visita preoperatoria, al fine di stimare il rapporto rischio/beneficio dell’intervento chirurgico.
Si tratta di interventi pericolosi?
Ogni intervento chirurgico comporta un rischio operatorio. Gli interventi di chirurgia ricostruttiva post-bariatrica comportano un rischio di complicazioni più elevato rispetto ad altri interventi di chirurgia plastica, anche se si tratta per la maggior parte di complicanze minori. In ogni caso, se eseguiti su pazienti appropriatamente selezionati ed effettuati da un chirurgo plastico esperto in questo settore, i rischi di complicazione si riducono notevolmente.
Si tratta di interventi dolorosi?
Per la maggior parte no. Spesso il dolore, comunque moderato, è avvertito negli interventi che comprendono una fase di lipoaspirazione, che comporta importante gonfiore e lividi. In ogni caso il dolore è facilmente gestibile, nella fase post- operatoria e di convalescenza, con antidolorifici assumibili oralmente.
Quanti interventi si possono eseguire contemporaneamente?
Alcuni interventi di chirurgia plastica post-bariatrica comportano un elevato rischio di sanguinamento. Maggiore è il numero delle procedure effettuate allo stesso tempo, più elevato è questo rischio. Pertanto, anche se non esistono regole precise al riguardo, è sempre meglio optare per l’esecuzione di un intervento per volta, aspettando la completa guarigione, prima di eseguire l’eventuale intervento successivo.
Le cicatrici sono visibili?
Qualunque intervento chirurgico comporta una cicatrice, ma nel caso dei rimodellamenti post-bariatrici, viste le ampie aree cutanee da asportare, le cicatrici sono spesso estese. Anche se non si tratta di una regola matematica, il concetto di base è che maggiore è il difetto da correggere, più estese sono le cicatrici esito del rimodellamento di quella determinata regione corporea. Inoltre bisogna considerare che esiste una predisposizione individuale alla buona o cattiva cicatrizzazione, ed è per questo che alcuni individui (o alcune etnie) cicatrizzano meglio di altri, indipendentemente dal talento del chirurgo. Ovviamente le cicatrici verranno pianificate nelle aree meno visibili, come nei solchi e nelle pieghe naturali del corpo, od in aree normalmente coperte da biancheria intima o costumi. Perciò, il problema della lunghezza della cicatrice passa decisamente in secondo piano, in considerazione dell’enorme vantaggio estetico e funzionale che questi interventi comportano.
In cosa consiste una visita di chirurgia plastica post-bariatrica?
La visita ha per il chirurgo due scopi fondamentali:
- raccogliere l’anamnesi passata e recente del paziente, al fine di conoscere la sua storia clinica, l’andamento del suo peso corporeo negli anni, l’eventuale intervento di chirurgia bariatrica eseguito, l’attuale peso corporeo, ecc. Più in generale serve ad accertare se esistono le condizioni necessarie affinché il paziente abbia tutte le carte in regola per procedere, in totale sicurezza, ad un determinato intervento chirurgico.
- spiegare dettagliatamente al paziente, qualora presenti le indicazioni corrette per essere sottoposto ad un intervento di rimodellamento corporeo, in cosa consiste un determinato intervento chirurgico, quali iniziali disagi e quali benefici porterà, quali accortezze dovranno essere seguite prima e dopo l’intervento chirurgico, ecc.
Cosa deve fare il paziente nel periodo post-operatorio?
Il paziente verrà guidato ed affiancato durante tutto il suo percorso, prima e dopo l’intervento. Nelle settimane e mesi successivi all’intervento si programmeranno periodiche visite di controllo e medicazioni. L’iter post-operatorio cambia da intervento ad intervento, ma come regola generale si può affermare che sarà necessaria una disinfezione delle ferite chirurgiche e sarà altrettanto importante il mantenimento di indumenti compressivi specifici (fasciature elastiche), al fine di accelerare i processi di guarigione e recupero.
Quanto dura la convalescenza?
Dipende dall’intervento specifico, e non è identica per tutti i pazienti. Mediamente varia dai 20 ai 45 giorni.
Cos’è la dermatoscopia in epiluminescenza?
E’ una tecnica diagnostica totalmente non invasiva, che ha lo scopo principale di effettuare la diagnosi precoce del melanoma, il più temibile dei tumori della cute, ma che ha una fondamentale importanza anche nello studio e nella diagnosi di tutte le lesioni cutanee melanocitarie e non melanocitarie.
In cosa consiste?
Lo studio delle lesioni cutanee si basa sull’utilizzo di uno strumento ottico chiamato dermatoscopio, che, grazie ad una particolare luce (polarizzata), ne permette di osservare caratteristiche microscopiche e profonde, favorendone la diagnosi. Queste lesioni vengono inoltre fotografate ed archiviate, al fine di poterne valutare periodicamente le eventuali evoluzioni.
Si può guarire dal melanoma?
Sì, se la diagnosi è precoce, maggiori sono le possibilità di sopravvivenza. Se il melanoma viene individuato quando è ancora un “melanoma in situ”, cioè negli stadi iniziali, le possibilità di guarigione sono elevatissime.
Come può accorgersene il paziente?
Durante la visita il medico istruirà il paziente sulle regole base da seguire per un adeguato autocontrollo, come ad esempio la valutazione della morfologia e delle caratteristiche di un neo sospetto o di un nuovo neo. Il melanoma può infatti insorgere su un neo pre-esistente, ma nell’80% dei casi insorge come una nuova lesione cutanea. L’autocontrollo è perciò fondamentale, tra una visita e l’altra, per la diagnosi precoce del melanoma.
Dopo quanto tempo il melanoma non è più “in situ”?
Purtroppo non esiste una regola, alcuni melanomi sembrano apparire immediatamente invasivi, altri possono restare per molto tempo in una fase “superficiale”. Proprio per la sua imprevedibilità i controlli dovrebbero essere periodici e costanti, al fine di individuare il prima possibile questo pericoloso tumore.
Come si può prevenire il melanoma?
Il melanoma può insorgere sulla cute di qualunque individuo e l’unico fattore di rischio noto che può essere controllato è l’esposizione solare. Pertanto è fondamentale la protezione dal sole in maniera adeguata, attraverso l’uso costante e frequente di creme protettive, con un altro grado di protezione, evitando le ore maggiormente a rischio. Purtuttavia l’attenzione all’esposizione solare non è un elemento sufficiente, basti pensare alla presenza di melanomi che insorgono in aree che non sono praticamente mai esposte alla luce solare. Per tale ragione l’unica vera arma efficace contro il melanoma è la diagnosi precoce, attraverso controlli periodici e costanti.
Qualora un melanoma venisse diagnosticato, qual è l’iter terapeutico da seguire?
La terapia del melanoma è senza dubbio l’escissione chirurgica e possiamo trovarci di fronte a due possibilità, a seconda dello spessore del melanoma, evidenziato con l’esame istologico:
- Melanoma “in situ” o molto superficiale. In questa condizione sarà sufficiente un secondo intervento, di allargamento dei margini di escissione, eseguibile ambulatorialmente in anestesia locale, con il quale si procederà ad asportare un’area di cute intorno alla cicatrice esito dell’asportazione del melanoma. Ci si assicura così, ulteriormente, che il melanoma sia stato completamente asportato
- Melanoma con livelli di invasività medi o elevati. In questa condizione, oltre all’allargamento dei margini di escissione, si deve effettuare la biopsia del linfonodo sentinella, in sedazione o in anestesia generale. In questo modo si analizza il primo linfonodo che drena la sede del melanoma. Se si evidenziano cellule tumorali nel linfonodo sentinella, si deve procedere all’asportazione di tutti i linfonodi di quella sede (linfoadenectomia).
Indipendentemente dall’invasività del melanoma il paziente dovrà eseguire successivamente controlli dermatoscopici in epiluminescenza ogni 6 mesi per almeno 5 anni, poiché chi manifesta un melanoma ha una probabilità più elevata di presentarne altri nel corso della vita.
Quale specialista si occupa del trattamento del melanoma?
Il chirurgo plastico, poiché si tratta di una neoplasia della cute il cui trattamento è chirurgico. Inoltre il melanoma insorge spesso in aree visibili del corpo, e poiché l’asportazione si traduce inevitabilmente in una cicatrice, il chirurgo plastico, che si occupa anche di chirurgia estetica, è sicuramente lo specialista più indicato per conseguire il risultato estetico migliore.